AEM, in partenariato con SUPSI e le società Optimatik, Hive Power e Landis+Gyr, lancia il progetto pilota “Lugaggia Innovation Community” (LIC), volto a sperimentare soluzioni innovative per valorizzare le risorse energetiche locali e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il progetto ha il sostegno dell’Ufficio Federale dell’Energia, del Fondo cantonale per le energie rinnovabili (FER) e dell’Ente Regionale per lo Sviluppo del Luganese (ERSL) e coinvolge diciotto economie domestiche del villaggio di Lugaggia (Comune di Capriasca).
La transizione verso le fonti di energia rinnovabili è uno degli obiettivi chiave della Strategia Energetica 2050 e delle politiche nazionali e internazionali in risposta ai cambiamenti climatici. Per attuare questa transizione, sarà necessario ripensare in modo radicale il sistema elettrico. In particolare, Paolo Rossi, direttore dell’Azienda Energetica di Massagno SA (AEM), nota che “Molti dei nostri clienti non si limitano a consumare energia: sono anche produttori, grazie agli impianti solari fotovoltaici installati sui tetti delle loro abitazioni. Quasi sempre, riescono a consumare in proprio solo una parte minima (20%) dell’energia elettrica prodotta dal proprio impianto fotovoltaico, mentre la parte restante (80%) viene immessa nella rete elettrica. Questo comporta un problema di gestione della rete elettrica, che a bassa tensione è pensata per portare l’energia agli utenti, ma non per portarla via (un po’ come utilizzare una strada a senso unico, nei due sensi), e una perdita finanziaria diretta per l’utente, visto che l’elettricità immessa in rete è pagata molto meno di quella che è prelevata dalla rete. Con il progetto LIC cerchiamo di superare proprio questi problemi”.
La soluzione innovativa in corso di sperimentazione a Lugaggia si basa sulla possibilità, da poco autorizzata dall’Ordinanza federale sull’energia, di creare una “comunità di autoconsumo”: un gruppo di consumatori e produttori che scambiano energia al loro interno, mediante regolari contratti di vendita e acquisto, gestendo i propri consumi e le possibilità di stoccaggio energetico con l’obiettivo di massimizzare l’indipendenza energetica del gruppo stesso.
Davide Rivola, ricercatore SUPSI responsabile del progetto LIC, spiega che “A Lugaggia abbiamo identificato una configurazione ideale per un progetto pilota di comunità di autoconsumo: infatti, disponiamo di diciotto abitazioni (alcune delle quali dotate di termopompe) e di cinque impianti fotovoltaici. L’obiettivo è migliorare il fattore di autoconsumo dell’energia prodotta localmente dal sole, attraverso una batteria comprensoriale ed un algoritmo di gestione del rapporto domanda/offerta basato sull’intelligenza artificiale. Ciò permetterà di limitare gli impatti negativi sulla rete dal transito di energia di esubero e migliorare la redditività finanziaria sia per i produttori che per i consumatori. La sperimentazione durerà due anni, al termine dei quali potremo valutare le criticità e i punti di forza delle comunità di autoconsumo, per poi replicarle su vasta scala”.
Il Comune di Capriasca, proprietario dell’impianto fotovoltaico sulla scuola dell’infanzia, ha espresso il proprio sostegno alla creazione della comunità di autoconsumo LIC. Anche le economie domestiche delle diciotto abitazioni identificate sono state contattate nelle scorse settimane e quasi tutte hanno già garantito la propria adesione alla comunità. Nonostante il cambiamento radicale nelle tecnologie di impostazione e gestione della rete elettrica, infatti, tutte le operazioni relative allo scambio di energia tra i membri della comunità avverranno in modo automatico: dal punto di vista della fruizione dell’energia elettrica da parte dei consumatori, far parte della comunità di autoconsumo non cambierà nulla rispetto alla situazione attuale. “Non escludo però che l’essere parte di una comunità di autoconsumo energetico, e la maggiore consapevolezza sui propri consumi che ne deriverà, possa portare anche a un cambiamento volontario delle proprie abitudini di consumo: ho molte aspettative nei confronti di questo progetto”, conclude il direttore AEM Paolo Rossi.